Fede e Religione.
E' un pezzetto che rimugino questo post e trovo ogni parola che descriva la mia fede insufficiente e limitativa, incompleta.. ma ci provo lo stesso.
Sono cristiana. Da quasi vent'anni -- meta' della mia vita.
La prima meta' l'ho passata da atea. Convinta. Di quelle che continuavano a dire che Dio era un'invenzione degli uomini per spiegare le cose a cui non avevano ancora trovato una risposta.
Eppure.
Eppure ad un certo punto della mia vita tutto quello e' cambiato. All'inizio la cosa e' stata un po' graduale.. una certa sensazione, un piccolo dubbio che forse mi sbagliavo si e' fatto strada nella mia mente.. ed e' culminato alla malattia e morte della mia mamma. Quello e' stato il fulcro, in un certo senso. All'improvviso mi sono resa conto che non poteva tutto finire cosi', nel niente. Che non aveva senso che avessimo un cervello cosi' complicato e avanzato (la maggioranza di noi, ho qualche dubbio su qualcuno, tipo certi politici).. dicevo un cervello capace di pensare al di la' della nostra vita quotidiana, al di la' del momento; un cervello capace di pensare se c'e' o meno un senso in questa vita. Mi sembrava e mi sembra tuttora un'inutilita' ed uno spreco di capacita' mentali se non c'e' qualcosa che va veramente oltre a questa vita.
Cosi', mi sono trovata a pensare e a credere che c'e' qualcosa in piu'.
Che c'e'
qualcuno in piu'.
Istintivamente pero' avevo una certa repulsione per la Chiesa Cattolica (e in parte anche la Chiesa Ortodossa)
Dopo quello, per tutta una serie di circostanze che non sto a raccontare, mi sono trovata a conoscere quel
qualcuno tramite la Bibbia. Ho conosciuto una persona speciale. Un uomo speciale che mi ha abbracciato e che si e' dimostrato essere il Dio che dava senso al tutto: Gesu'.
Ho iniziato il mio cammino con lui con gioia.
Poi, pero', c'e' stato un pero'.
Si', quella che era iniziata come una semplice fede, un cammino tranquillo, sereno e' diventato qualcos'altro. E' diventata religione. Un po' incolpo il mio trasferimento negli Stati Uniti. Sono finita nel Bible Belt circondata da gente deliziosa, da ammirare, ma anche molto religiosa, nel senso meno positivo della parola. Piano piano e impercettibilmente si e' fatta strada dentro di me l'idea che per far piacere a Dio, dovevo essere in un certo modo. Dovevo essere un certo tipo di mamma, di moglie, di donna, di persona. Piu' simile, appunto, a queste persone che ammiravo e che mi circondavano.
E' stato un cambiamento molto graduale che mi ha segnato. Chi mi vedeva dall'esterno vedeva una persona "a posto", con una bella famiglia, con tutte "le carte in regola". Ma dentro mi sentivo morire. Non vincevo mai. Da una parte se mi mettevo addosso il vestito che "dovevo" non mi sentivo me stessa e quindi ci stavo male, dall'altra se non lo facevo mi sentivo in colpa perche' non stavo facendo la cosa giusta, specie agli occhi di Dio.
Per un po' ci ho convissuto con questo contrasto, poi, circa un anno e mezzo fa, sono piombata in una crisi che mi ha portato a mettere in discussione tutto. Tutto. E mi ha portato anche a litigare, litigare, litigare con Dio stesso. E' stato duro, doloroso, ma anche liberatorio. Ho cominciato a sbucciarmi come una cipolla, tirar via quegli strati che non mi stavano addosso. Ed ho continuato a litigare con Dio. E a sfidarlo, in qualche modo.
Non puoi chiedermi di non peccare, di non sbagliare quando mi hai creato con l'incapacita' di non farlo!!!Io non ce la faccio a stare alle tue regole. Questa sono io. Da me stessa non riesco a cambiare. Dimostrami che Tu sei il Dio che dici di essere e fai qualcosa perche' io in questo momento ne' riesco a cambiarmi ne' so se lo voglio fare!Questa spirale e' durata all'incirca 18 mesi.
Un mese fa tutto e' cambiato.
Ho incontrato un simpatico irlandese che abita in Australia. Un consulente, uno psicologo, un predicatore, ma soprattutto un fratello in cui non c'e' un briciolo di giudizio.
Sono andata a fare una "consulenza" con lui. Non so perche' l'ho fatto. Infatti, le prime parole che sono uscite dalla mia bocca quando l'ho incontrato sono state "Non so cosa ci faccio qui". Evidentemente non mi aspettavo una risposta da lui, ma ero abbastanza curiosa di conoscerlo perche' avevo sentito parlar bene di lui. In un'ora non mi ha dato delle grosse rivelazioni, nel senso che non mi ha detto niente di me che non sapevo gia'. Ma, la sua accuratezza nel descrivermi mi ha lasciata spiazzata. Mi ha letto come un libro aperto, come se mi conoscesse da quando ero bambina.
Quando sono tornata a casa ho detto all'amica, che per quell'ora aveva badato ai miei bambini, che mi sentivo come la donna Samaritana al pozzo che incontra Gesu' e, dopo averci parlato, va dai suoi compaesani e dice loro: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto".
In un'ora pero' non siamo riusciti a toccare il cuore della faccenda.
E cosi' ho accettato il suo invito a partecipare alla conferenza che teneva la settimana successiva.
E mi ha aperto gli occhi. Sono tornata a vedere il Gesu' di cui mi ero innamorata all'inizio del mio cammino con Lui.
Un Dio che sa che non siamo capaci di essere perfetti con le nostre forze. Un Dio per il quale il peccato non e' piu' la preoccupazione principale perche' quello e' stato inchiodato alla Croce. Il peccato non conta piu'. Non che per questo possiamo buttarci a capofitto nel peccato, ma quando pecchiamo (perche' inevitabilmente succede) non significa che siamo automaticamente fuori dalla grazia di Dio. Dio non sta li' ad aspettare che 'sgarriamo' per poterci scaraventare all'inferno. Il peccato e' coperto dalla sua Grazia.
Ed e' altrettanto sbagliato credere che possiamo fare qualcosa noi per poterci guadagnare il Suo benvolere. Cosa possiamo offrire noi a Dio per potercelo 'ingraziare'? Possiamo forse mettere sulla bilancia qualcosa che abbia un qualche peso agli occhi di Dio?
Le buone azioni non ci salvano e non ci mettono in una relazione di favore con Dio, quanto non lo fanno le cattive. Le cattive sono, appunto, cattive e le buone non possono mai essere abbastanza buone per un Dio che e' bonta' e amore puri.
Quindi? Cos'e' che vuole Dio?
Vuole semplicemente un rapporto coi suoi figli. Vuole solo e semplicemente FEDE. Fede in Suo Figlio.
E le buone azioni sono una conseguenza, non un mezzo per "comprarci" il benvolere di Dio.
La religione mette regole per poter ottenere la salvezza e la grazia di Dio.
La fede e' stare appollaiati ai piedi del Signore e sapere che ci vuol bene, che ci capisce, che non condanna chi crede nel Suo Figlio, e che ci da' vera liberta'.
E io ho smesso di essere religiosa.
Praise God!