Let's face it..!

Sunday, April 09, 2006

Home's cool, ovvero: "Ma la socializzazione?!?"

Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. (Deuteronomio 6:5-7)

Lo ammetto: faccio Homeschooling o - in italiano - Scuola Familiare, e ne sono decisamente fiera. So che i miei amici e conoscenti, italiani in particolare, sollevano un sopracciglio a questo mio approccio "anti-convenzionale".. anche se dovrebbero sapere che le cose proprio come le fanno tutti gli altri non le ho mai fatte.
Oggi voglio provare a rispondere a quelle domande che mi sono state fatte o che probabilmente frullano per la testa dei miei interlocutori quando faccio le mie orazioni sulla Scuola Familiare.
Forse, mettendo le nostre ragioni nero su bianco sara' piu' facile capire.

La ragione principale della nostra scelta sta nel versetto biblico sopraccitato: la volonta' di seguire le direttive del Signore sull'istruzione dei figli. Dio e' molto chiaro nel darci la responsabilita' di far crescere i nostri figli in maniera che conoscano Lui. Infatti mi sento di dire, come prima cosa, che i risultati accademici non sono lo scopo primario, ma sono solo di contorno. Lo scopo della scuola - come la intendiamo noi - non e' di avere i voti migliori e una conoscenza didattica superiore, ma la formazione del carattere di una persona. Quindi vogliamo essere in grado di trasmettere i nostri valori e la nostra educazione ai nostri bambini, nella maggiore liberta' possibile. Negli anni FORMATIVI non vogliamo che i nostri figli siano "formati" da perfetti sconosciuti di cui non conosciamo i valori (ne' la fedina penale..)

La domanda che viene fatta piu' spesso ai genitori che fanno la Scuola Familiare riguarda la "socializzazione". Bastian Contrario come sono, la prima cosa che mi domando e' "chi ha fatto della socializzazione un valore cosi' alto da essere la prima preoccupazione di un genitore?"
Il fatto e' che la socializzazione interessa anche a noi homeschoolers ed e' decisamente motivo di preoccupazione. Cosi' come non voglio che i miei figli vengano tirati su da perfetti sconosciuti, non voglio che la loro socializzazione sia incontrollata. La socializzazione a cui li voglio esposti, voglio anche che sia filtrata e limitata. E quando dico "limitata" non intendo "socializzare il meno possibile", ma: "socializzare con degli scopi in mente - non esporre i miei bambini a cose inappropriate e in maniera inappropriata".
Alla parola "socializzazione" il mio vocabolario ha come definizione: "L'instaurazione di un regime economico socialista". Sebbene non penseremmo alla socializzazione dei bambini come ad regime economico, questa definizione dovrebbe farci pensare.
Essere capaci di interagire con gli altri e' sicuramente uno scopo da incoraggiare, ma siamo sicuri che la scuola statale (non pubblica, perche', diciamoci la verita', non c'e' niente di pubblico nella scuola; il "pubblico" ha poca o nessuna influenza sulla scuola, il governo decide tutto).. dicevo, siamo sicuri che la scuola statale sia il contesto migliore in cui insegnare ai bambini ad interagire con gli altri? Voglio che i miei bambini siano pronti ad interagire con tutti e di tutte le eta'. Nella vita "reale" non ci si trova mai in un contesto di soli coetanei come viene imposto nella "classe" a scuola. (Per non parlare delle radici filosofiche nella separazione in classi di coetanei che si riconducono alla TEORIA dell'evoluzione.. ma quello e' un altro vaso di Pandora)

Si torna al fatto che non intendiamo abdicare il nostro ruolo di istruttori ed educatori al governo, perche' l'influenza maggiore sui nostri bambini l'avranno coloro con cui passano la maggior parte del tempo.

Per aprire, poi, una parentesi piu' specificatemente italiana, la Costituzione stessa indica i genitori come i responsabili dell'istruzione dei figli e laddove ne sono incapacitati subentra il governo.
Art. 30
"E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire, educare i figli.. Nei casi di incapacita' dei genitori la legge provvede a che siano assolti i loro compiti."

E poi c'e' l'aspetto accademico, che, seppur non lo scopo principale, e' comunque parte di questo approccio. Statisticamente parlando, almeno negli Stati Uniti, il livello di preparazione dei ragazzi che fanno la Scuola Familiare e' decisamente superiore rispetto a quello degli studenti delle scuole statali o private. E non c'e' da stupirsi, se si considera il fatto che nessuno conosce meglio di un genitore il proprio figlio e non ci sara' mai un insegnante a cui sta a cuore un ragazzo piu' di quanto non stia a cuore alla mamma o al papa' (se sono genitori normali). Facendo la Scuola Familiare ci si puo' concentrare di piu' su un approccio "uno a uno" e un approccio a misura dello studente, a differenza di una classe di scuola in cui l'approccio e' unico per tutti, per ovvie e pratiche ragioni. Di conseguenza lo studente e' piu' libero di imparare come piu' consono alla sua personalita' e ai suoi doni.
Molti genitori si sentono incapaci, e devo dire che qualche dubbio viene anche a me ogni tanto, perche' sono convinta di non avere il dono dell'insegnamento. Tuttavia sono incoraggiata dal fatto che ci sono tante mamme che non hanno lauree in insegnamento (a dire il vero molte non hanno proprio delle lauree) e che sono riuscite ad avere dei figli che hanno raggiunto un notevole successo anche a livello accademico. C'e' veramente tanto materiale disponibile (libri e siti web, per esempio) che ci aiuta a mettere in pratica questo stile di vita; e ci sono tante persone che "ci sono gia' passate" che danno suggerimenti e incoraggiamenti insostituibili.
Finora non ho trovato grosse difficolta' nell'insegnare a Juniper, ma va certo ricordato che non ha neanche compiuto 6 anni.. E quando ci saranno materie piu' difficili faro' fare l'insegnante a mio marito che, non solo e' piu' intelligente di me, ma ha anche il dono dell'insegnamento! In ogni caso sara' divertente imparare insieme a lei e saro' anche molto piu' motivata ad imparare bene cio' che intendo trasmetterle.

Credo che il vantaggio piu' grosso del fare la Scuola Familiare sia passare tutto il tempo possibile coi miei bambini educandoli ed imparando insieme a loro. Non diro' mai: "Avrei tanto voluto passare meno tempo a lavoro e piu' tempo coi miei figli" .. a noi piace proprio stare con i nostri pargoletti!



Riporto qui alcune idee che si trovano su un sito di Scuola Familiare italiano (http://www.utilecomune.com/scuola_paterna.htm).

Chi ben comincia…Quando si pensa di voler fare scuola a casa, bisogna fare delle prove, per rendersi conto di ciò a cui si va incontro.
La cosa migliore è decidere di fare questo tipo di esperienza, quando il bambino…deve ancora nascere o è piccolissimo. E’ naturale per i genitori “ insegnare” ai bimbi piccoli: si insegna loro a parlare.. a camminare, a riconoscere le persone e gli animali, le cose, le fasi della giornata, i mezzi di trasporto, gli odori, i rumori, le grandezze delle cose, i colori, la casa e la via nella quale si abita, le regole dei giochi, si insegnano le buone maniere, l’igiene della persona, si insegna a vestirsi, svestirsi, allacciare le scarpe, usare il telefono, accendere la televisione, disegnare e colorare, fare pacchettini e regalini ai nonni, ai fratelli; se si svolge un lavoro “raggiungibile” dal bambino, ( agricoltore, allevatore, negoziante, artigiano..) si insegna qualcosa inerente al proprio mestiere , si insegna anche a contare, a riconoscere qualche lettera dell’alfabeto… e poi solitamente ci si ferma qui e al massimo si comincia a “seguire” il bambino nelle attività della scuola materna o nei compiti alle elementari. E va già bene quando almeno un genitore si interessa delle attività scolastiche del bambino e lo segue e lo aiuta nei compiti, evitando così quello “scollamento” totale tra membri della stessa famiglia, in cui ciascuno persegue le proprie attività e cerca l’aggregazione, inevitabile, ad altri gruppi di persone.
Se si parte invece con l’intenzione di fare scuola a casa, non c’è un rallentamento e poi una fine nell’ insegnamento, ma al contrario c’è ricerca , trasmissione, volontà di continuare , impegno, collaborazione, studio, ampliamento delle conoscenze di base del bambino e attenzione per una buona trasmissione, efficace e valida nei contenuti e nelle forme, volta al raggiungimento di obiettivi via via sempre più impegnativi e soddisfacenti.
Ci si informa, ci si prepara, si tengono a mente notizie, informazioni che possono essere utili argomenti su cui discutere, problematiche da affrontare, verità da sottolineare, valori da trasmettere, prospettive da analizzare. Sicuramente si è un po’ più creativi, attivi e presenti nella vita dei propri figli, e un po’ meno passivi anche nella società .



Home's cool.
Che il Signore benedica ogni nostra e vostra decisione che avra' un impatto sulla vita dei nostri bambini.

Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sara' vecchio non se ne allontanera'. (Proverbi 22:6)

1 Comments:

Anonymous destinazioneestero said...

E' molto interessante quello che scrivi sull'Homeschooling. L'ho pensata anch'io come scelta nel caso non ci fosse stata una scuola italiana qui a Istanbul. Questo è un post del 2006: stai continuando con questo tipo di scuola anche adesso?

12:33 AM  

Post a Comment

<< Home

My Photo
Name: